La Bregaglia e i bregagliotti

Gottardo Segantini, Heimatschutz, fascicolo n. 4, giugno 1927, estratto

(…)
Ha mai osservato come da tempi remoti il paesaggio influisce mentalmente e spiritualmente sui suoi abitanti? L‘uomo cresce insieme alla sua terra e con il trascorrere dei secoli tra gli abitanti e il territorio in cui vivono si sviluppa un legame, tanto più pronunciato quanto più chiusa è la regione. Non si tratta di un amore acquisito, ma di un adattamento dell’uomo al suo ambiente, un plasmare e definire il carattere locale all’unisono con il territorio stesso.
Chi conosce i bregagliotti deve ammettere la veridicità dell’osservazione, assolutamente applicabile in questo contesto. Come poche altre valli delle Alpi, la Bregaglia è massiccia, spigolosa e incastrata tra due catene montagnose disposte in direzione sudovest – nordest.
Boschi oscuri si arrampicano ripidi su su fino alla nuda roccia, solo sui versanti settentrionali si intravedono prati e pascoli. I piccoli villaggi sono sparsi sullo fondovalle perlopiù molto stretto. Da Castasegna proprio al confine con l’Italia si estende un castagneto che si protrae fino a Soglio sul versante nord e nel fondovalle arriva a Bondo. Si potrebbe avere la sensazione di tovarsi in pieno clima meridionale, ma appena superata la collina con la torre, sopra Promontogno ci si trova improvvisamente in alta montagna e passando per Stampa, Borgonovo, Vicosoprano e poi attraverso una foresta di abeti che si stagliano verso l’alto si arriva a Casaccia da dove si raggiunge il passo del Maloja. La valle della Maira, come viene anche chiamata la Bregaglia, si estende lungo l’Orlegna fino a Orden vicino a Maloja mentre politicamente comprende pure Isola e Plaun da Lej sul lago di Sils.
(…) la valle della Maira è un’espansione dell’Engadina verso sud-ovest. Geograficamente la Bregaglia ha due punti di origine: poco dopo Casaccia l’Orlegna e la Maira si uniscono, l’una proviene dalla regione del Forno e dalla valle di Cavloccio, l’altra sgrovigliandosi attorno al Piz Duan trova la sua sorgente tra sperdute cime e laghetti della val Maroz. Tra queste possenti radici che la Bregaglia ha proteso nei massicci montuosi a Sud e Nord si delimita l’appartenenza politica della zona del Maloja facente parte del comune di Stampa, fino a Sils attraverso la distesa azzurra dell’omonimo lago. Dove trovare una vallata tanto ricca di svariata bellezza? Soglio che Giovanni Segantini chiamava «la soglia del paradiso», si erge di fronte all’imponente gruppo della Bondasca, le cui rocce e dirupi sono simili alla gente della Bregaglia nella tempesta della vita: possenti eremiti che sfidano il loro essere attraverso il duro lavoro. Non a caso il pittore ha dipinto qui «La Vita». Più giù nella valle, all’ombra di vasti boschi e di romantiche cime che si stagliano come fantasmi verso il cielo, la gente della Bregaglia seria e fiduciosa in Dio, vive lottando contro la natura ostile. Quando, nei mesi estivi, i bregagliotti si recano sugli alpeggi ai piedi del piz Duan o a Maloja e quando in autunno, durante la caccia, si avventurano sulle alte rocce inseguendo la selvaggina, allora il loro animo esulta e sentono crescere e salire al cospetto di Dio il loro spirito di libertà.
A Maloja Giovanni Segantini ha dipinto «La Morte». Il paesaggio, creato solo per i grandi, ispira solitudine e magnifcienza mentre le persone minute e le loro sofferenze crescono qui incessantemente. Spesso non si conosce la Bregaglia, la si oltrepassa perché è così vicina all‘Engadina, poiché la gente teme l’immmensità, quella più autentica ed è troppo comodo non dover pensare, non essere costretti a vedere con i propri occhi. La Bregaglia infatti non è solo immensa, può essere anche piacevole, è pittoresca. È la culla di due grandi pittori svizzeri: Giovanni e Augusto Giacometti e presto sentiremo parlare anche di un terzo Giacometti: Alberto.
(…)
A ragione il bregagliotto è orgoglioso. È rigoroso quanto le sue rocce che solo raramente conoscono le linee morbide degli enormi ghiacciai. Il bregagliotto ama la giustizia. Mentre le altre tre valli del Grigioni italiano sono rimaste prevalentemente cattoliche, tutta la Bregaglia è protestante. E questo cosa prova? Significa che le persone, immerse nella loro solitudine riflettono molto e hanno il coraggio di sostenere i loro pensieri, le loro idee. Direttamente al confine con l‘Italia dove tutti erano cattolici, la gente della Bregaglia ha riconosciuto il suo spirito di indipendenza nella nuova dottrina, ha capito che dall’alto delle sue cime, nella sua solitudine poteva raggiungere Dio senza interposta persona. Il bregagliotto è democratico, perché vuole essere indipendente e nel suo baluardo democratico si sente un asceta, un re. E andare d’accordo tra re significa stimarsi reciprocamente o perlomeno non compromettere i diritti altrui. E così diventano democratici.
Italiana per lingua e cultura, la Bregaglia è grigionese nel suo democratismo contadino ed è fiera della forza spigolosa che le montagne della Bondasca le trasmettono.
(libera traduzione)




Das Bergell und die Bergeller

Gottardo Segantini, Heimatschutz, Heft Nr 4, Juni 1927

(…) Haben Sie nicht schon lange beobachtet, dass die Landschaft seelisch und geistig auf ihre Anwohner abfärbt? Der Mensch verwächst mit seinem Land, mit den Jahrhunderten entsteht zwischen dem Bewohner einer Gegend und der Gegend selbst so etwas wie eine Verwandtschaft, die um so auffälliger ist, je abgeschlossener die Gegend. Es handelt sich nicht um eine anerzogene Liebe, sondern um eine Anpassung des Menschen an seine Umgebung, um die Gestaltung und Bestimmung des lokalen Charakters im Einklang mit der Gegend selbst. Wer die Bergeller kennt, muss die Richtigkeit dieser Beobachtung als hier vollkommen zutreffend erachten. Das Tal ist, wie wenige in den Alpen, wuchtig, kantig, zwischen zwei Bergketten, die von Südwesten nach Nordosten ziehen, eingesenkt. Dunkle Waldungen steigen steil hinan bis zu den nackten Felswänden, nur an den Nordhängen hat es Weiden und Wiesen. Auf der Talsohle, die meist sehr eingeengt ist, sind die kleinen Dörfer zerstreut. Bei Castasegna, gleich an der italienischen Grenze, dehnt sich ein Kastanienwald aus, der sich bis hinauf nach Soglio am Nordhang und nach Bondo imTal erstreckt. Man könnte sich im Süden denken, doch gleich hinter dem Schlosshügel von Promontogno sind wir im Hochgebirge, über Stampa, Borgonovo, Vicosoprano und dann durch hohen Tannenwald nach Casaccia erreichen wir den Malojapass. Das Tal der Maira, wie das Bergell auch genannt wird, reicht durch die Orlegna bis nach Orden bei Maloja und politisch bis nach Isola und Plaun da Lei am Silsersee.

(…) das Tal der Maira (ist) wie eine Verlängerung nach Südwesten des Engadins. Geographisch hat das Bergell zwei Ursprungsgebiete: Unterhalb Casaccia vereinigt sich die Ordlegna mit der Maira, erstere kommt aus dem Fornogebiet und dem Cavalocciotal, die andere hat sich um den Piz Duana gewunden und an den hinteren Bergen und Seen des Morozzotals ihre Quellen gehabt. Zwischen diesen mächtigen Wurzeln, die das Bergell in den südlichen und nördlichen Bergmassiven geworfen hat, erstreckt sich über die blaue Fläche des Silsersees hinweg die politische Zugehörigkeit der Gegend von Maloja an die Gemeinde Stampa bis zum Silsergebiet.
Wo kann man eine Talschaft finden, die so abwechslungsreich an Schönheiten wäre? Soglio, das Giovanni Segantini die „Schwelle des Paradieses" genannt hat, erhebt sich gegenüber der urgewaltigen Gruppe der Bondasca; jene Felsen und Klippen sind, wie Bergeller Menschen im Sturm des Lebens, mächtige Einsiedler, die in harter Arbeit dem Werden trotzen. Nicht umsonst hat der Maler hier das „Werden" gemalt. Unten im Tal, im Schatten der grossen Waldungen und der romantischen Felszacken, die gespensterhaft in den Himmel ragen, leben die Bergeller im Kampf mit der feindlichen Natur, ernst und Gott vertrauend. Wenn sie in den Sommermonaten nach der Alp ziehen, am Fusse des Piz Duana oder nach Maloja, wenn im Herbst bei der Jagd sie hoch in den Felsen dem Wild nachspähen, dann jubelt ihre Seele auf und sie fühlen ihre Freiheit wachsen und hinaufsteigen bis vor Gottes Antlitz.

Auf Maloja hat Giovanni Segantini das Bild „Vergehen" gemalt. Einsamkeit und Grösse atmet die Landschaft, sie ist nur für Riesen gemacht, und die kleinen Menschen und ihre Leiden wachsen hier ins Gewaltige. Man kennt zu wenig das Bergell, man übersieht es, weil das Engadin so nahe liegt, weil die Menschen vor dem wirklich Grossen, dem Ernsten Angst haben und es zu bequem ist, nicht selber denken und selber schauen zu müssen. Denn das Bergell ist nicht nur gross, es kann auch lieblich sein, es ist malerisch. Es ist die Wiege von zwei grossen Schweizer Malern, Giovanni und Augusto Giacometti, und wir werden bald von einem dritten Giacometti hören, von Alberto.

(…) Der Bergeller ist stolz, und mit Recht. Der Bergeller ist herb wie seine Berge, die die weichen Linien der grossen Gletscher nur selten kennen. Der Bergeller ist gerechtigkeitsliebend. Während die andern drei Talschaften in der Hauptsache katholisch geblieben sind, ist das ganze Bergell protestantisch. Was beweist das? Dass diese Menschen in ihrer Einsamkeit viel denken und den Mut haben, ihre Gedanken zu verfechten. Hart an der Grenze Italiens, wo alle katholisch waren, hat der Bergeller in der Reformationszeit erkannt, dass die neue Lehre seinem Unabhängigkeitsempfinden besser angepasst war, dass er so von der Höhe und aus der Einsamkeit seiner Berge besser ohne Zwischenpersonen zu seinem Gott gelangen konnte. Der Bergeller ist demokratisch, weil er unabhängig sein will, und so ist er in seinem Demokratentum ein Einsiedler, ein König. Wenn Könige untereinander auskommen wollen, müssen sie sich gegenseitig schätzen, oder wenigstens nicht die gegenseitigen Rechte beeinträchtigen. Und so werden sie Demokraten. Der Sprache und der Kultur nach italienisch, ist das Bergell gut bündnerisch in seinem bäuerlichen, stolzen Demokratentum, das die kantige Wucht der Bondascaberge hat.